Cover: un viaggio tra le copertine più iconiche
Pubblicato il 29 giugno 2022 da Ludovica Proietti
Il 22 aprile 2014, dopo tre anni di assenza, esce l’album di Caparezza Museica, anticipato dal singolo Cover del 14 marzo. Attraverso le iconiche copertine dei più famosi album che hanno scritto la storia della musica, l’autore racconta la vita di un uomo, dalla sua nascita alla sua scomparsa.
Da Innuendo a The Dark Side of the Moon
Con la citazione biblica “in principio era il verbo”, la carrellata di copertine inizia con il quattordicesimo album in studio dei Queen, Innuendo, pubblicato nel 1991. La copertina riprende il disegno del caricaturista francese Grandville “un Autre Monde”, in
cui un giocoliere si destreggia con le palline, qui sostituite da pianeti: “Il giocoliere dei pianeti in pieno allenamento”. È con il secondo verso, che la citazione biblica presente nel primo acquista pienamente senso: è Dio il giocoliere dei pianeti che creò anche la Terra, Fragile come il titolo dell’album degli Yes, pubblicato nel 1971 con l’immagine di una verde terra rigogliosa in copertina. “Leggenda come Bob nel very best”, fa
riferimento al fatto che l’intero racconto della creazione potrebbe essere
interpretato come una narrazione inventata, appunto leggendaria, creando
un’assonanza con il titolo dell’album pubblicato postumo di Bob Marley, Legend.
Dopo la terra, segue la creazione dell’uomo e della donna, nudi come li
troviamo sulla copertina dell’album Unfinished Music No.1- Two Virgins, primo
da solista per John Lennon insieme a sua moglie Yoko Ono.
Il “piacere sconosciuto e condiviso” che, rimanendo nell’ambito
della creazione, è evidentemente quello sessuale, richiama l’album Unknown
Pleasures dei Joy Division e la sua storica copertina che ha stuzzicato
l’interesse persino di molti astrofisici: lo sfondo nero con una serie di
frastagliate linee bianche, rappresenta infatti un grafico di 80 onde radio
arrivate in seguito all’esplosione dell’antichissima stella Pulsar B1919+21,
che ispirò appunto i versi “il mio cuore pulsa come la Pulsar dei Joy
Division”. Dal concepimento si passa al parto e sfido chiunque a non
pensare al neonato che nuota e tenta di acciuffare il dollaro in una delle
piscine più famose della storia.
Arrivano poi i sogni da bambino e alla classica domanda “cosa vuoi fare da grande?” Caparezza rispondeva “il fumettista”, per questo nella canzone diventa “il primo dei miei tragitti”. La cover che viene ricordata è quindi quella dei Big Brother and the Holding Company con Janis Joplin e la sua straordinaria voce. In realtà, la copertina originaria
dell’album Cheap Thrills non sarebbe dovuta essere un fumetto, bensì una
foto dei membri della band su un letto completamente nudi.
Il bambino protagonista del racconto cresce e arrivano le prime esperienze nel
mondo della scuola, introdotte dalla copertina di The Underground Velvet & Nico e dall'iconica banana di Andy Wharol, che in realtà nella
prima stampa era solo un adesivo staccabile a copertura di una banana rosa
dalle chiare sembianze falliche. Inoltre, quel "15 mminuti di notorietà" è
una citazione dell’artista Wharol, che disse:
in futuro, ognuno otterrà una fama mondiale per 15 minuti.
Rimanendo nel contesto scolastico si passa poi alla foto di classe, di gruppo appunto, ma chi sono quei rapper che non si vedranno nella foto? Nella canzone di Bassi Maestro e Fabri Fibra S.A.I.C. vi è una strofa che riguarda proprio il cantautore pugliese che dice “e alla radio cosa abbiamo adesso? Caparezza e Frankie-HI-NRG? Solo questo ok, tutto il mio rispetto, ma questo è solo rap, non hi-hop e suona anche vecchio”. Caparezza coglie quindi l’occasione per rispondere alla provocazione, ricordando la cover dell’ottavo album in studio dei Beatles Sergent Pepper’s Lonely Heart Club Band, dove i quattro di Liverpool sono circondati da tutti i personaggi che hanno ispirato la loro produzione artistica… tra i quali, ci tiene a specificare Caparezza, non compare nessun rappers!
Arrivano quindi gli anni di un’adolescenza complicata e con essa la cover dell’album WAR degli U2, in cui un bambino sgrana i suoi occhi “meno sognanti, più disillusi, più tristi”, difronte alle devastazioni della guerra. Il ragazzo vive in un mondo così
complicato, che sembra avergli dato le spalle, come fa Bruce
Springsteen alla telecamera che lo immortala per la copertina del suo
famosissimo album Born in the USA.
È un mondo che mette paura, esattamente come ne incutono i demoni sugli alberi
nella cover di Fear of the Dark degli Iron Maiden, dove l’unica
fioca luce sembra essere quella della luna sullo sfondo.
A questo punto, Caparezza lascia spazio anche a come da
fuori il ragazzo appare, dipinto dalle generazioni più grandi “come un
cazzone con i jeans, Sticky Fingers”. La parola “cazzone” qui, in realtà, assume
una doppia accezione, una più gergale, sinonimo di nulla facente, di una persona dedita all’ozio e allo svago, e una più letterale, in riferimento alla cover, opera di nuovo dell’artista Andy Warhol, dell’album dei Rolling Stones Sticky Fingers, i cui jeans in primo piano mettono in risalto una, diciamo prorompente, forma fallica.
I sogni di bambino cambiano ed ora nella testa del cantautore c’è spazio solo
per la musica: “tutto ciò che so è che bramo è il microfono dell’Eminem
show”, copertina nella quale il rapper è seduto su un palco con il sipario
semichiuso ed un microfono davanti. Il desiderio cresce e la sua musica la
immagina destinata alle masse, al grande pubblico, e perché no, amplificata da
grandi casse rosse, le stesse sulla copertina di Music for the masses, appunto, pubblicato nel 1987 dai Depeche Mode. Arrivano poi i concerti, “tra
rock e circo” esattamente come la copertina che viene citata in questi
versi: Strange Days dei Doors.
La riga seguente “Hot Rats, capelli ricci, da dove sbuchi?” descrive
alla lettera la cover dell’album scelto, ovvero Hot Rats di Frank Zappa,
sulla cui copertina dalle tinte violacee, il cantante statunitense riccissimo sbuca dal
bordo di una piscina, lasciando intravedere solo occhi e naso. Non sa
rispondere alla domanda, ”ma sono esploso Green Day, Dookie”: altro
riferimento letterale, dal momento che la copertina di questo album, in stile fumettistico, riporta proprio una città colpita da una bomba sganciata dall’aeroplano in volo in primo piano.
La terza fase della vita, quella adulta, che inizia nella terza strofa, non sembra molto più serena delle prime due, tanto che gli adulti sono visti “come grassi e malinconici, prendono granchi più dei Prodigy”. Qui, fa riferimento all’album The Fat (ecco
perché grassi, oltre che malinconici) of the Land, in cui un granchietto
con le chele al cielo cammina lungo il bagno-asciuga. La vita dell’adulto è
sempre più complicata, ma stringe i denti “pur di fare un passo avanti come
i Madness”, che nella copertina di One step Beyond sono in fila
indiana cercando di andare avanti un piccolissimo passo alla volta.
La rima successiva “Ho un bel sound, ma poi lo perdo e do da mangiare alle capre,
Pet Sounds”, cita l’album dei Beach Boys in cui, non solo nella copertina
viene nutrita una capra, ma nelle prime canzoni dell’LP vennero campionati molti
versi di animali. Inoltre, la rima potrebbe riferirsi al fatto che il
primo album del gruppo venne considerato dalla critica britannica un successo,
sebbene non fu apprezzato altrettanto dal pubblico.
Da qui in poi i versi diventano più descrittivi. Prosegue infatti con il
riferimento all’album Licensed to III dei Beastie Boys il cui Boing in copertina
perde quota e spaventa il protagonista della canzone che rischia “l’espressione
del primo disco dei King Crimson”, che riporta un volto dalle sembianze
umane, ma altrettanto mostruose. All’uomo, figurante in questo metaforico
disastro aereo, non resta che pregare, ma “dall’84 il mio angelo è fuori a
fumare, con i Van Halen”, come nell’album, appunto, 1984 la cui
copertina ritrae un angelo custode che fuma quasi senza volersi far vedere. Il viaggio del protagonista si ferma qui, tanto che avverte “casomai mi cercaste sono tra le carcasse di Master of Puppets”: cover che riporta un cimitero inquietante con croci bianche in primo piano che si stagliano su un cielo dalle fosche tinte rossastre.
Caparezza decide quindi di chiudere in grande stile, con la citazione
delle citazioni di un album divenuto pietra miliare della storia della musica:
“Come uno spettro veglierò su di voi, dalla faccia oscura della luna dei
Pink Floyd”.